Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (noto con la sigla CNVVF) è un corpo istituzionale della Repubblica italiana ad ordinamento civile, dipendente dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno.
A dicembre 2009 il corpo conta un totale 31.520 uomini effettivi a cui vanno aggiunti i volontari discontinui.
I compiti d'istituto del Corpo sono la salvaguardia di persone, animali e beni, il soccorso tecnico urgente e la prevenzione incendi; inoltre il Corpo si adopera per garantire la sicurezza dello Stato in casi di emergenza provocati da atti definibili "aggressioni alla nazione". La Difesa prevede la stesura di un piano nazionale che definisce le minacce, quali: chimiche, batteriologiche, radioattive e nucleari.
LA STORIA
Fu istituito con il regio decreto legge del 27 febbraio 1939, successivamente convertito in legge 1570 del 27 dicembre 1941 e riunì tutti i corpi dei pompieri precedentemente presenti sul territorio nazionale nelle varie città. Lo scopo della sua fondazione fu quello di garantire un adeguato soccorso a tutta la popolazione Italiana, dopo aver visto le difficoltà che si erano create nel terremoto calabro-siculo del 1908 dove, per la prima volta, operarono insieme vari corpi di Civici Pompieri provenienti da numerose città italiane, ognuno con le proprie attrezzature.
Questo fatto creò non pochi problemi, visto che non tutti erano attrezzati allo stesso modo. Il nuovo governo fascista, quindi, resosi conto di questa lacuna, affidò l'incarico ad un ardito della Prima guerra mondiale, Alberto Giombini nato a Jesi il 18 luglio 1898 il quale, grande organizzatore, viene chiamato dal Ministero dell'Interno, per coordinare la nascita di un unico Corpo di Vigili del Fuoco in Italia.
È lui l'artefice di tutta la macchina organizzativa che da allora, e fino ai giorni nostri, ha fatto sì che il personale del CNVVF si sia arricchito di esperienze, di nuove professionalità, specializzazioni e attrezzature, diventando uno dei più avanzati al mondo; lo stesso, quindi, diventò il primo Direttore della "Direzione Generale Servizi Antincendi" (DGSA) e fu cambiato il nome da Pompieri (francesismo derivante dal Sapeurs-Pompiers francese) in Vigili del Fuoco (si vuole pensato da Gabriele D'Annunzio). Pesante anche il tributo di morti pagato da ogni Comando, nella Seconda guerra mondiale, dagli uomini del Corpo, pagato unicamente per portare soccorso alle popolazioni civili colpite da bombardamenti.
Nel 1942 viene creato il "Battaglione S. Barbara" e la creazione avviene in un momento particolare della guerra quando, cioè, le sorti si ribaltano a favore degli anglo-americani, e la ritirata di Russia, e la battaglia di El Alamein persa con onore dagli italiani (i soldati italiani, sebbene sconfitti, ebbero l'onore delle armi) fanno rendere conto agli italo-tedeschi che l'isola di Malta, possedimento britannico, è una vera e propria spina nel fianco per i convogli navale diretti in Africa Settentrionale.
Viene concepita, quindi, l'idea dell'invasione dell'isola a mezzo delle autoscale dei Vigili del Fuoco, montate su posamine che avrebbero dovuto raggiungere e circondare l'isola eppoi, sviluppate le volate delle scale, far salire i soldati che avrebbero così, invaso il territorio.
Quindi Giombini, in gran segreto, chiese a tutti i 94 Corpi una lista di volontari per il suddetto Battaglione e le richieste furono tanto numerose che si videro costretti ad effettuare una selezione rigidissima per il personale da arruolare: la richiesta minima parlava di personale con età anagrafica inferiore ai 42 anni.
Vagamente si accennava a "zone di operazioni" ma mai esplicitamente si parlò di Malta. Nell'ottobre del 1942 i selezionati si ritrovarono a Roma, non alloggiati a Capannelle, ma attendati accanto. Il Comandante era l'ing. Piermarini che dopo la Guerra, diventò Comandante delle SCA, ed il motto adottato dal "Battaglione S. Barbara" fu: Vigiles victoriam anhelantes:
L'operazione, denominata "C3" dagli italiani ed "Hercules" dai tedeschi, fu però di colpo abbandonata nello stesso mese di ottobre, il Battaglione sciolto, ed ai primi di novembre, causa l'aumento dei bombardamenti anglo-americani sulle nostre città, gli uomini furono suddivisi in 5 Centurie ed inviati nelle città maggiormente colpite dalle bombe nemiche (Torino, Genova, Roma, Napoli, Milano) in aiuto ai Vigili del Fuoco dei Comandi interessati. Le scale smontate furono restituite ai Comandi ed il personale che aveva fatto parte del Battaglione, fu autorizzato a portare sulla divisa lo stemma della "S. Barbara", ebbe un diploma di appartenenza, e l'Amministrazione si riservò la prerogativa, in caso di necessità, di ricostituire lo stesso.[1]
A dicembre 2009 il corpo conta un totale 31.520 uomini effettivi a cui vanno aggiunti i volontari discontinui.
I compiti d'istituto del Corpo sono la salvaguardia di persone, animali e beni, il soccorso tecnico urgente e la prevenzione incendi; inoltre il Corpo si adopera per garantire la sicurezza dello Stato in casi di emergenza provocati da atti definibili "aggressioni alla nazione". La Difesa prevede la stesura di un piano nazionale che definisce le minacce, quali: chimiche, batteriologiche, radioattive e nucleari.
LA STORIA
Fu istituito con il regio decreto legge del 27 febbraio 1939, successivamente convertito in legge 1570 del 27 dicembre 1941 e riunì tutti i corpi dei pompieri precedentemente presenti sul territorio nazionale nelle varie città. Lo scopo della sua fondazione fu quello di garantire un adeguato soccorso a tutta la popolazione Italiana, dopo aver visto le difficoltà che si erano create nel terremoto calabro-siculo del 1908 dove, per la prima volta, operarono insieme vari corpi di Civici Pompieri provenienti da numerose città italiane, ognuno con le proprie attrezzature.
Questo fatto creò non pochi problemi, visto che non tutti erano attrezzati allo stesso modo. Il nuovo governo fascista, quindi, resosi conto di questa lacuna, affidò l'incarico ad un ardito della Prima guerra mondiale, Alberto Giombini nato a Jesi il 18 luglio 1898 il quale, grande organizzatore, viene chiamato dal Ministero dell'Interno, per coordinare la nascita di un unico Corpo di Vigili del Fuoco in Italia.
È lui l'artefice di tutta la macchina organizzativa che da allora, e fino ai giorni nostri, ha fatto sì che il personale del CNVVF si sia arricchito di esperienze, di nuove professionalità, specializzazioni e attrezzature, diventando uno dei più avanzati al mondo; lo stesso, quindi, diventò il primo Direttore della "Direzione Generale Servizi Antincendi" (DGSA) e fu cambiato il nome da Pompieri (francesismo derivante dal Sapeurs-Pompiers francese) in Vigili del Fuoco (si vuole pensato da Gabriele D'Annunzio). Pesante anche il tributo di morti pagato da ogni Comando, nella Seconda guerra mondiale, dagli uomini del Corpo, pagato unicamente per portare soccorso alle popolazioni civili colpite da bombardamenti.
Nel 1942 viene creato il "Battaglione S. Barbara" e la creazione avviene in un momento particolare della guerra quando, cioè, le sorti si ribaltano a favore degli anglo-americani, e la ritirata di Russia, e la battaglia di El Alamein persa con onore dagli italiani (i soldati italiani, sebbene sconfitti, ebbero l'onore delle armi) fanno rendere conto agli italo-tedeschi che l'isola di Malta, possedimento britannico, è una vera e propria spina nel fianco per i convogli navale diretti in Africa Settentrionale.
Viene concepita, quindi, l'idea dell'invasione dell'isola a mezzo delle autoscale dei Vigili del Fuoco, montate su posamine che avrebbero dovuto raggiungere e circondare l'isola eppoi, sviluppate le volate delle scale, far salire i soldati che avrebbero così, invaso il territorio.
Quindi Giombini, in gran segreto, chiese a tutti i 94 Corpi una lista di volontari per il suddetto Battaglione e le richieste furono tanto numerose che si videro costretti ad effettuare una selezione rigidissima per il personale da arruolare: la richiesta minima parlava di personale con età anagrafica inferiore ai 42 anni.
Vagamente si accennava a "zone di operazioni" ma mai esplicitamente si parlò di Malta. Nell'ottobre del 1942 i selezionati si ritrovarono a Roma, non alloggiati a Capannelle, ma attendati accanto. Il Comandante era l'ing. Piermarini che dopo la Guerra, diventò Comandante delle SCA, ed il motto adottato dal "Battaglione S. Barbara" fu: Vigiles victoriam anhelantes:
L'operazione, denominata "C3" dagli italiani ed "Hercules" dai tedeschi, fu però di colpo abbandonata nello stesso mese di ottobre, il Battaglione sciolto, ed ai primi di novembre, causa l'aumento dei bombardamenti anglo-americani sulle nostre città, gli uomini furono suddivisi in 5 Centurie ed inviati nelle città maggiormente colpite dalle bombe nemiche (Torino, Genova, Roma, Napoli, Milano) in aiuto ai Vigili del Fuoco dei Comandi interessati. Le scale smontate furono restituite ai Comandi ed il personale che aveva fatto parte del Battaglione, fu autorizzato a portare sulla divisa lo stemma della "S. Barbara", ebbe un diploma di appartenenza, e l'Amministrazione si riservò la prerogativa, in caso di necessità, di ricostituire lo stesso.[1]